Lady Scarlet - A locker, a slave and the torn nipples ITALIAN LANGUAGE I approach the black locker where I locked up my slave. He is my "cow" slave, piebald and with the udders of a cow, he is completely naked with a mask that covers his face and mouth and he is already excited just seeing me. First I tie his hands with a rope which I then fasten to the locker: he is now there in front of me, arms up and tied and he cannot escape from me. I want to destroy those pink and hard nipples. I start with my hands with stronger and stronger pinches first and then also using my nails. But after a while some I attach two clamps, sqeezing his hard nipples. Not happy, I begin to attach increasingly larger weights that begin to deform his body: now the udders in traction hang down just like a cow. Meanwhile, he enjoys with half-closed eyes for all the pain I'm inflicting on him. I unfasten him from the locker and carry him around making him bend over so that the weights pull and lengthen those filthy little tits while his little cock drools with excitement. This is not the time to cum however, so I lock him up in the locker again with the weights still attached. UN ARMADIETTO, UNO SCHIAVO E I CAPEZZOLI STRAPPATI Mi avvicino all’armadietto nero da palestra dove ho rinchiuso il mio schiavo. E’ il mio schiavo “vacca”, pezzato e con le mammelle di una mucca, è completamente nudo con una maschera che gli copre viso e bocca ed e già eccitato al solo vedermi. Per prima cosa gli lego le mani con una corda che poi fisso all’armadietto: ora è lì davanti a me, braccia in alto e bloccate e non può sfuggirmi. Voglio distruggergli quei capezzoli rosa e duri, inizio con le mie mani con pizzichi sempre più forti e poi anche usando le unghie. Ma dopo poco gli attacco delle mollette che schiacciano forte i suoi capezzoli duri. Non contenta inizio ad attaccare dei pesetti sempre più grandi e che iniziano a deformare il suo corpo: ora le mammelle in trazione pendono proprio come fosse una vacca. Intanto lui gode con gli occhi socchiusi per tutto il dolore che gli sto infliggendo. Lo stacco dall’armadietto e lo porto in giro ma l faccio piegare in modo che i pesi tirino e allunghino quelle tettine schifose mentre il suo cazzetto in tiro sbava dall’eccitazione. Non è il momento di godere però e lo rinchiudo a chiave nell’armadietto con i pesi ancora attaccati.
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